Un contratto integrativo privo di prospettive

In data 22 giugno scorso, con il comunicato n.39, CONFSAL UNSA INTERNO ha informato i propri iscritti e simpatizzanti di aver deciso, dopo un’attenta e necessaria riflessione, di non sottoscrivere l’ipotesi di contratto integrativo, condivisa il giorno precedente dai sindacati confederali e da altre organizzazioni sindacali.

Alla base di tale decisione ci sono motivazioni sostanziali che si ritiene utile ribadire.

Già dai primi incontri destinati nella fase iniziale a strutturare la bozza contrattuale, CONFSAL UNSA INTERNO ha rappresentato all’Amministrazione di non condividere il metodo imposto per la definizione della relativa piattaforma, principalmente per l’assenza di disponibilità a lavorare su un testo articolato che ricomprendesse tutti i principali istituti contrattuali che il CCNL di Comparto demandava alla disciplina della contrattazione integrativa nazionale.

Ad avviso del Coordinamento ciò avrebbe dato luogo ad un testo carente privo della necessaria organicità e complessiva visione, che invece erano considerate condizioni necessarie per affrontare sia le problematiche specifiche dell’Amministrazione civile, che le innovazioni introdotte dal CCNL, ignorando peraltro la stessa finalità del “contratto integrativo” che imporrebbe la contestuale disciplina degli istituti contrattuali di maggiore rilevanza.

L’ipotesi contrattuale firmata, e non sottoscritta da CONFSAL UNSA INTERNO, nella sostanza non disciplina, come più volte sottolineato nei comunicati del Coordinamento, istituti contrattuali fondamentali, quali:

- i nuovi criteri per gestire le prossime progressioni economiche rivisti sulla base delle indicazioni vincolanti del CCNL e sulla scorta della soppressione delle fasce economiche che imporranno una diversa fruizione delle progressioni utili tra gli appartenenti alla medesima Area;

- i criteri per gestire i passaggi di Area, peraltro insufficienti, rispetto alla procedura transitoria con scadenza al 31 dicembre 2024 (applicabile dall’Area degli Operatori verso quella degli Assistenti e da quest’ultima verso l’Area dei Funzionari) e quella ordinaria applicabile da subito all’Area delle Elevate Professionalità e dal 1° gennaio 2025 per le restanti Aree;

- le possibili soluzioni dirette ad ampliare gli spazi professionali individuati al momento, insignificanti nei numeri quantificati e con tempi di attuazione peraltro rinviati al 2024;

- la tematica dell’attuazione dell’Area delle “elevate professionalità”, con l’immediato confronto sulle correlate difficoltà attuative (dotazione organica, copertura finanziaria per le procedure di reclutamento, funzioni peculiari, incarichi e criteri di accesso) nella variegata composizione delle nostre articolazioni centrali e periferici (Prefetture, Questure, Commissioni Territoriali, Dipartimenti compreso quello di P.S., etc.).  Solo per citare le problematiche più evidenti che dovranno essere gestite in contraddittorio con l’Amministrazione su questa fondamentale innovazione contrattuale.

- la prospettiva di dare concreto significato alla formazione con   percorsi formativi costanti ed adeguati alle necessità di una P. A. in costante trasformazione;

- nuova disciplina alle posizioni organizzative compreso quelle riguardanti l’Area degli Assistenti.

Nel riepilogo degli istituti contrattuali non disciplinati viene ovviamente fatto riferimento solo a quelli che richiamano un maggiore interesse ed attenzione da parte dei lavoratori di questa Amministrazione.

CONFSAL UNSA INTERNO deve comunque esprimere apprezzamento per alcune modifiche introdotte al sistema di classificazione del personale ed alle famiglie professionali, correzioni apportate anche a seguito di specifiche richieste del Coordinamento, e tali da poter assicurare in sede attuativa una maggiore chiarezza al sistema stesso (ai fini della corretta gestione delle risorse umane).

Nonostante ciò, l'ipotesi sottoscritta in data 21.6. c.a., sebbene migliorata, mantiene ancora diversi profili di criticità che, a parere del Coordinamento stesso, emergeranno in sede di concreta attuazione del nuovo ordinamento professionale.

In particolare, le c.d. “indicazioni comuni” alle diverse Aree/Famiglie, rischiano di generare confusione e contrapposizioni rispetto alle specifiche professionali di ciascuna Famiglia e Area, con l’introduzione della conseguente inevitabile ampia flessibilità che sarà pretesa in ragione delle note carenze di organico, specialmente nell’area degli Operatori.

A ciò si aggiunga l’effetto degli scompensi nella consistenza delle famiglie professionali, sicure premesse per situazioni conflittuali nei luoghi di lavoro.

La già menzionata ipotesi di contratto integrativo mette in evidenza. a giudizio di CONFSAL UNSA INTERNO, una visione per certi aspetti miope da parte dei sottoscrittori, che con la definizione dei soli pochi contenuti in essa ricompresi (spesso solo di valenza formale) non si è proiettata oltre le tematiche del sistema di classificazione e delle famiglie professionali.

Queste scelte hanno purtroppo consentito all’Amministrazione di chiudere, nel giugno scorso, il confronto e rinviare la definizione di tutti i restanti istituti contrattuali richiamati, i cui aspetti sono strettamente correlati alle scelte dell'Amministrazione stessa sulle politiche di gestione delle risorse umane e degli organici, all’individuazione di spazi professionali ed alle peculiari funzioni ed incarichi da destinare al personale contrattualizzato, per rendere concreta ed attuabile l'Area delle elevate professionalità, sia negli uffici centrali che periferici, Dipartimento della P.S.. compresi.

Tematiche che a parere di CONFSAL UNSA INTERNO necessitavano di immediato e contestuale esame senza spazi e lunghe pause negoziali, dovendo il contratto integrativo, come detto in precedenza, rappresentare lo snodo cruciale per obbligare l'Amministrazione a confrontarsi su criticità da molti anni ignorate e che, ancora oggi si riflettono pesantemente sul quotidiano impegno lavorativo.

 

Roma, 12 luglio 2023

 

 

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Elaborazione Pagina 25/05/22

Ultima modifica 24/07/23